SUORE DI CARITÀ dette di MARIA BAMBINA

Costituiamo una delle molteplici famiglie religiose che vivono nella Chiesa e partecipano alla sua missione secondo la varietà dei loro doni spirituali.
La nostra vocazione specifica ci pone accanto ai giovani di qualunque condizione con preferenza dei più poveri e disorientati; ai malati, agli anziani, agli emarginati; a coloro che ancora non conoscono il Vangelo, per condividere fatiche e speranze e per cooperare, insieme con le altre componenti ecclesiali, alla promozione della dignità umana e alla testimonianza cristiana attraverso il servizio di carità e l'annuncio della Parola.

Viviamo la nostra consacrazione in comunità. e come comunità svolgiamo i servizi di carità che ci sono affidati.
Pur sparse in varie parti del mondo, formiamo una sola famiglia, alla quale presiede la superiora generale, segno della sua unità e coordinatrice della sua azione apostolica.

Ci guida in questo specifico cammino una Regola di vita, che si ispira agli “esempi” che Gesù ci ha lasciato nel Vangelo.

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La fondazione

La nostra forma di vita si è delineata a poco a poco nei pensieri di una giovane di Lovere (BG), Bartolomea Capitanio, mentre pregava e soprattutto nei momenti di comunione eucaristica.

In un tempo di più forte illuminazione interiore, ne tracciò le linee essenziali e le finalità esponendole in un testo – la Carta di fondazione – che concludeva con una preghiera-augurio per sé e per le future compagne: “Faccia il redentore amabilissimo che noi siamo sue vere seguaci”.

Vi aveva, infatti, delineato un'opera “tutta fondata sulla carità” secondo gli esempi lasciati dall'amabilissimo Redentore”, rivolta alla cura della gioventù, all'assistenza dei malati e a un attivo inserimento nella vita della Chiesa locale.
L'Istituto ebbe inizio a Lovere il 21 novembre del 1832 in una casa, che i loveresi chiamarono “Conventino” e che per lei era “l'amata casa di carità”, una “dolce speranza” in tempi di grande bisogno”
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BARTOLOMEA CAPITANIO

Bartolomea non era sola quella mattina di novembre a dare avvio all'Istituto. Inginocchiata accanto a lei per l'atto di consacrazione a Dio nel servizio di carità, c'era anche una sua compaesana,

 

Caterina Gerosa (1784 – 1847), maggiore di età e tanto diversa per indole ed educazione. Dapprima contraria e sgomenta, Caterina si consegnò poi interamente al progetto, riconosciuto come volontà di Dio, la quale le si rivelò ancora più esigente e oscura quando, otto mesi dopo la fondazione, Bartolomea moriva, lasciando a lei il grave compito di continuare l'opera.

Chi sa il Crocifisso sa tutto”, era solita ripetere indicando dove riponeva la sua confidenza e attingeva luce e coraggio.

Con il contributo della sua esperienza e con fedeltà all'intuizione della fondatrice, assumendo con la professione religiosa il nome nuovo di suor Vincenza, condusse l'istituto al suo consolidamento interno e a un notevole sviluppo.
Alla sua morte (29 giugno 1847), lo lasciò con 156 membri e 25 comunità.

Per tutte e due fu provvidenziale la presenza di don Angelo Bosio (1796 – 1863), direttore spirituale di Bartolomea, che con la mente illuminata incoraggiò il progetto nel suo nascere e accompagnò poi i primi trent'anni di vita dell'Istituto, promovendo le pratiche per il suo riconoscimento giuridico, conducendo l'espansione fuori Lovere, formando le suore alla loro specifica missione.

Nel 1860 le Suore di Maria Bambina hanno iniziato un cammino di carità sull'esempio delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa in tanti paesi del mondo.

Oggi sono presenti in Africa, in Asia, in America e in Europa. Con la ricchezza dell'amore e con la partecipazione di quanti condividono la loro missione:


- annunciano il Vangelo con le parole e con le opere
- accolgono chi è nel bisogno
- offrono cibo a chi ha fame
- curano gli ammalati
- educano e promuovono chi è abbandonato a se stesso
- danno un futuro dignitoso a tante persone.

L'Istituto nel mondo

Europa, Sud Est Asiatico, Asia, Medio Oriente, Africa, Nord America, Sud America.

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La nostra storia in Turchia

Nel 1999  il Vicario Apostolico dell'Anatolia Mons. Ruggero Franceschini fece richiesta alla nostra Madre Generale di avere le suore per prestare servizio in Episcopio.  La Madre lesse la lettera durante una riunione di Consiglio a cui erano presenti tutte le Provinciali d'Italia.  La Sup. Provinciale della provincia di Lecco sr. Carlamaria Asnaghi  dopo aver valutato la disponibilità di due suore a intraprendere questa nuova missione ha dato la  risposta affermativa anche se non in forma definitiva.

Il 24 settembre 1999 la Provinciale sr. Carlamaria Asnaghi accompagna nella sede del Vicariato che allora era Mersin sr. Rinaldina Alleghi e sr. Angelica Passerini.  Rimarranno a Mersin per circa 40 giorni ad occuparsi dell'episcopio e poi andranno a Iskenderun con il trasferimento della sede del Vicariato in questa città.

Un anno dopo il 29 settembre 2000 si unisce a loro sr. Giovanna Brambilla  per un aiuto nella conduzione della grande casa di Iskenderun anche in vista dell'accoglienza di gruppi di pellegrini.

In settembre 2001 sr Angelica passerini viene richiamata in Italia per affidarle un nuovo incarico a Foligno e il 22 ottobre dello stesso anno viene a Iskenderun sr. Raffella Martelozzo.

Sr. Rinaldina Aldeghi: capogruppo, direzione del personale  di servizio e accoglienza dei gruppi. Catechesi in Parrocchia. Visita alle famiglie povere  e altre attività in collaborazione con la Caritas locale.

Sr. Raffella Martelozzo: collaboratrice nella Parrocchia di Iskenderun. Accoglienza in Chiesa. Catechesi e oratorio domenicale.
Sr. Giovanna Brambilla: economa della casa, amministrazione  del personale e accoglienza dei gruppi. Collabora con la Caritas  locale nelle  varie attività a sostegno dei poveri.