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BENVENUTI

Web ufficiale della Chiesa Cattolica Pietro e Paolo di Antiochia (Turchia)

 

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CHIESA CATTOLICA
DI ANTIOCHIA

KATOLİK KİLİSESİ
PK 107 - Kurtuluş Cad.
Kutlu Sokak N.6
31002 Antakya-Turchia
Tel. 0090 326 2156703
Fax 0090 326 2141851

Indirizzo email:
domenicobertogli
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o antiochia.oronte
@hotmail.com

 

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Messa domenicale

  17.00 (Inverno)
18.00 (Estate)

Messa feriale: 08.30

Preghiera serale: 18.30

web: Simone Matteoli

NOTIZIE INTORNO ALLA VITA QUOTIDIANA DELLA NOSTRA CHIESA


27 Gennaio 2020

Sull’OSSERVATORE ROMANO di oggi c’è un articolo di p.Egidio Picucci sulla Cronaca di Antiochia 2019 che riporto integralmente. Storie di amicizia e di fede. La «Cronaca di Antiochia» di padre Domenico Bertogli


Nessuno osa dire addio alle buone abitudini e così anche quest’anno arriva puntualissima da Antiochia la «Cronaca» che padre Domenico Bertogli, parroco della piccola comunità cattolica locale, redige da 23 anni. Bene per noi e per la Chiesa. Per noi perché, grazie a quello che egli riferisce, possiamo constatare la possibilità di “dialogare” con la vita con chi professa una religione diversa (come avviene in Antiochia fin dai primordi del cristianesimo); bene per la Chiesa perché vediamo essa che cresce anche in una terra al 90 per cento musulmana. La «Cronaca di Antiochia» si apre infatti con l’amministrazione del battesimo a Elia/Raffaele, figlio di una nota opinionista di storia delle religioni della televisione turca, e si chiude con quello ricevuto da due bambini, uno dei quali figlio di un eccellente cardiologo, ex alunno del parroco-cronista. Tra i due riti il racconto di quanto è avvenuto durante il 2019 nella seconda sede papale del cattolicesimo: le visite di due giornalisti di «Avvenire» e di una giornalista francese; di militari, di impiegati statali e di vari ambasciatori; di 17 gruppi che hanno accompagnato 103 pellegrini da tutto il mondo (Antiochia è loro, più che dei suoi abitanti: è la loro eredità spirituale). Si parla inoltre della rivista della Turkish Airlines che descrive la Chiesa cattolica ad Antiochia, facendola conoscere a 75 milioni di passeggeri; della pubblicazione «Guney Ruzgari» (“Vento del Sud”) che riporta in copertina il minareto e il campanile della missione, così vicini come per un’intesa segreta, visibile segno di un dialogo silenzioso ma vero; di un gruppo di liceali turche che, non avendo mai visto un pope cattolico, hanno chiesto di fare un selfie con lui; di una francese pittrice di icone che vive sola da anni in Cappadocia; di un gruppo di parlamentari europei, arrivati per un sopralluogo in vista della costruzione di un ospedale in città per i profughi siriani; della celebrazione della Pasqua con gli ortodossi usando il pane offerto da una famiglia ebraica (come quello usato da Gesù, garantisce il cronista); del passaggio di un pellegrino francese “senza cellulare” diretto a Gerusalemme seguendo l’itinerario della prima crociata; di quello di un italiano «a bordo di un’auto personalizzata e alquanto originale». O di realtà più piccole, ma ricordate con una coscienza storica quasi preoccupata: numero dei cristiani (lo 0,2 per cento della popolazione, che supera gli 82 milioni); il numero degli studenti; dei giorni di vacanza; delle varie bairam (feste); dei cappellani islamici messi negli ospedali; dei giovani musulmani che cantano con i coetanei ortodossi e cattolici nel famoso giardino della missione, e molte altre informazioni. Notizie marginali che sembrano stonare di fronte a quelle che riguardano la situazione della Chiesa cattolica, la quale non può celebrare il Natale nella Grotta di San Pietro, ufficialmente «perché si danneggiano i mosaici», in realtà perché «questo Paese sta cambiando molto rapidamente. Spero di sbagliarmi — scrive padre Domenico — ma diversi sintomi non fanno sperar bene per il futuro». Ovviamente il parroco antiocheno si riferisce all’intera nazione (dove negli ultimi cinque anni sono state costruite 3292 moschee, tra cui una che può contenere 63 mila persone, e dove «quelli che si dichiarano musulmani non arrivano al 90 per cento» e sono state aperte solo 50 biblioteche). Antiochia si presenta in altro modo: è dove il prefetto si affaccia frequentemente nella casa del parroco da vero amico; dove il questore accompagna tutta la famiglia; dove il pastore protestante si improvvisa cicerone per l’ambasciatore della Corea del Sud, e dove la moglie del sindaco guida turisti e amici alla scoperta del giardino della missione cattolica, un’armonia di pietra, cielo e agrumi. È l’Antiochia che dal 1988 festeggia la Pasqua insieme agli ortodossi; che celebra matrimoni all’ombra del campaniletto a vela che benedice l’aria; che l’arpista più celebre della Turchia ha scelto per un concerto di musica barocca mandando in visibilio la città; che è periodicamente invasa da «tantissimi visitatori turchi, curiosi di vedere la nostra piccola chiesa e le sue splendide icone» e il cui sito web «ha un numero di visitatori superiori a quelli dell’Onu». Padre Domenico è lodevolmente puntuale a raccogliere gli episodi, perché indirettamente vuol far capire che essi fortificano la fede di quanti hanno fatto di Antiochia la città del mondo, avvolta in una trasparenza che fa più bella la vita perché purificata dalla luce di quanto vi accadde. Egidio Picucci