11 Marzo 2019 La chiesa ortodossa inizia il digiuno quaresimale. Nell’occasione il Patriarca ecumenico Bartolomeo ha inviato un breve messaggio (poco più di una paginetta!) ai suoi fedeli sulla “Libertà".
”… L’obiettivo è il superamento della propria volontà e della “arroganza della carne”, lo spostamento del centro della vita dal desiderio individuale e dal “diritto” nell’amore “che non cerca il proprio interesse“, secondo il detto biblico, “nessuno cerchi il proprio interesse ma quello degli altri”.
Questo spirito predomina durante tutto il lungo corso storico dell’Ortodossia. Nel Nuovo Meterikon (Nuovi detti delle Madri del deserto) incontriamo una splendida descrizione di questo ethos di rinuncia dal “mio” in nome dell’amore: “Si avvicinarono allora alla beata Sara degli eremiti, e la stessa offrì loro un canestro con ciò che avevano bisogno, ma gli anziani lasciando le cose buone, mangiarono quelle avariate. Disse loro allora la venerabile Sara: realmente in verità, siete eremiti”. Questa comprensione e questo uso sacrificale della libertà è estranea allo spirito della nostra epoca, che identifica la libertà con rivendicazioni personali e con legittimismo. L’uomo attuale “indipendente” non mangerebbe i frutti avariati, ma quelli buoni e sarebbe sicuro di manifestare e di utilizzare così in modo autentico e responsabile la propria libertà.
In questo punto si trova il più alto valore della visione ortodossa della libertà per l’uomo attuale. Si tratta di una libertà, che non esige, ma condivide, non reclama ma si sacrifica. Il fedele ortodosso sa che l’indipendenza e l’autosufficienza non affrancano l’uomo dal giogo dell’io, dell’autorealizzazione e dell’autolegittimazione. La libertà, “con la quale Cristo ci ha liberati”, attiva le forze creative dell’uomo, si realizza come negazione dell’autosegregazione, come amore non prestabilito e come comunione di vita….”
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