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BENVENUTI

Web ufficiale della Chiesa Cattolica Pietro e Paolo di Antiochia (Turchia)

 

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CHIESA CATTOLICA
DI ANTIOCHIA

KATOLİK KİLİSESİ
PK 107 - Kurtuluş Cad.
Kutlu Sokak N.6
31002 Antakya-Turchia
Tel. 0090 326 2156703
Fax 0090 326 2141851

Indirizzo email:
domenicobertogli
@hotmail.com

o antiochia.oronte
@hotmail.com

 

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Vicariato Ap. Anatolia

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Messa domenicale

  17.00 (Inverno)
18.00 (Estate)

Messa feriale: 08.30

Preghiera serale: 18.30

web: Simone Matteoli

NOTIZIE INTORNO ALLA VITA QUOTIDIANA DELLA NOSTRA CHIESA


29 Dicembre 2017

Oggi l’OSSERVATORE ROMANO, pag. 6, pubblica un commento di p.Egidio Picucci sulla Cronaca di Antiochia 2017. Ve lo presento: di EGIDIO PICUCCI Osservatore Romano 29.12.2017 pag.6


Cronache da Antiochia - Parrocchia del mondo Puntuale come la stella dei re magi, durante il tempo natalizio arriva la «Cronaca di Antiochia» che padre Domenico Bertogli, parroco del piccolo gregge cattolico antiocheno, prepara da vent’anni con scienza e coscienza di storico. Non è esagerato dire che gran parte dei gruppi di pellegrini che arrivavano ad Antiochia fino a due anni fa erano attirati anche dalla «Cronaca» che descrive giorno per giorno quello che caratterizza la città, uno dei lembi più significativi della Terra santa: rispetto e consonanza senza crepe con i musulmani; intelligente e cristiana collaborazione con la Chiesa ortodossa; intesa, stima e apprezzamento delle autorità civili. Significativo il gesto del sindaco che, per Natale, non si accontenta di mettere uno striscione con gli auguri sulla strada che porta alla missione ma distribuisce a tutti i cristiani un cestino con una piccola icona della Madonna. Dovendo rinunciare a parlare dei gruppi stranieri (ridottisi a poche unità), il cronista accenna a quelli locali che pare ne abbiano raccolto il testimone. Infatti, «i visitatori turchi sono sorprendentemente aumentati» e arrivano insieme a personalità di rilievo come Hüseyin Karaman, rettore dell’università «Recep Tayyip Erdoğan» di Rize, Derviş Eroğlu, ex presidente della repubblica turca di Cipro nord (non riconosciuta dalla comunità internazionale), Maciej Przemysław Lang, ambasciatore polacco in Turchia, e poi consoli, capi della polizia, operatori della televisione, o l’architetto Selahattin Altinöz, che ha restaurato in modo esemplare la casa della missione cattolica. Il cronista non rinuncia, tuttavia, a brevi flash sui pellegrini isolati che arrivano o passano per Antiochia: un vescovo georgiano, un frettoloso motociclista italiano in viaggio verso l’Iraq, un seminarista fiorentino che si è trattenuto per qualche giorno, un terziario francescano siriano, un monaco russo greco-ortodosso che ha ricevuto anch’egli ospitalità. Dettagliati i riferimenti ai rapporti con le autorità cittadine, improntate al rispetto e alla collaborazione sia per le ricorrenze annuali, come la festa di san Pietro (per la quale provvedono al trasporto dei pellegrini, all’impianto di amplificazione e all’ordine pubblico), sia per necessità occasionali, come aver messo a disposizione un pulmino per consentire alla comunità di partecipare ai funerali di padre Roberto a Mersin e, successivamente, per essere presente alla festa di san Paolo a Tarso. C’è, poi, un’infinità di notizie di carattere nazionale, difficilmente reperibili altrove: l’apertura di una sala di preghiera «Emmaus chiesa cattolica di Selçuk» a Efeso; l’istituzione della festa del “natale di Maometto”; un’ulteriore festa nazionale (Bayram) per il fallito colpo di stato del 15 luglio 1916; l’apertura di due centri di accoglienza per i rifugiati cristiani (in Cappadocia e sul mar Nero); l’aumento dei “femminicidi”; la crescita della popolazione, di un milione di unità, nel giro di un anno; la fondazione in Germania di un istituto di aleviti (turchi più vicini al cristianesimo che all’islam) chiamato «Unione delle fratellanze cristiane e alevite». E ancora: il numero degli appartenenti alle varie confessioni religiose, la professione religiosa di un giovane nell’ordine cappuccino, la presenza di cinque giovani della comunità cristiana antiochena fra i 380.366 universitari della provincia di Hatay, della quale Antiochia (in turco Antakya) è il capoluogo. Risulta curiosa e interessante la cronaca che riguarda l’attività religiosa che parla, tra l’altro, di frugalissimi pranzi quaresimali ortodossi, previa offerta per i poveri, dell’aumento della comunità neo-catecumenale, della veglia biblica per la festa dell’Assunta nel cortile della missione (presenti anche alcune musulmane) La comunità cattolica antiochena non raggiunge le cento unità, ma virtualmente costituisce una parrocchia mondiale perché ogni cristiano sa di avere avuto questo nome proprio in questa città in cui i “discepoli” furono chiamati così nei tempi apostolici e che gli ellenisti di Ciro e di Cirene, arrivati da Gerusalemme, ne fecero la culla del nascente cristianesimo ecumenico.