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BENVENUTI

Web ufficiale della Chiesa Cattolica Pietro e Paolo di Antiochia (Turchia)

 

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CHIESA CATTOLICA
DI ANTIOCHIA

KATOLİK KİLİSESİ
PK 107 - Kurtuluş Cad.
Kutlu Sokak N.6
31002 Antakya-Turchia
Tel. 0090 326 2156703
Fax 0090 326 2141851

Indirizzo email:
domenicobertogli
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o antiochia.oronte
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Messa domenicale

  17.00 (Inverno)
18.00 (Estate)

Messa feriale: 08.30

Preghiera serale: 18.30

webmaster: Simone Matteoli

A testimonianza della presenza di S. Pietro ad Antiochia, rimane una chiesa rupestre chiamata “Grotta di S.Pietro”.
Scavata naturalmente nella roccia sul fianco occidentale del monte Stauris, la grotta è lunga 13 m, larga 9 e mezzo e alta poco più di 7 m.
Circa le sue origini non abbiamo alcuna documentazione, tuttavia abbiamo le indicazioni di insigni archeologi come, p. Pasquale Castellana (esperto delle antiche strade romane della Siria) e  p. Michele Picirillo (autore degli scavi del Monte Nebo in Giordania), che l’hanno  visitata nell’ottobre del 2004.
Questi  studiosi sono rimasti meravigliati dalla ricchezza di simboli ( nicchie e fori) visibili sulla roccia che fa  da corona alla Grotta di S. Pietro. Non sono  stati scavati dalla natura, ma, hanno osservato,  sono espressioni di religiosità- I primi cristiani li hanno accettati  non come espressioni di idolatria, ma come manifestazione del sentimento religioso dei loro padri. Verosimilmente era un luogo di culto pagano che poi i cristiani, invece di distruggerlo, hanno trasformato in un  luogo del loro  culto dandogli il nome di un Apostolo.
Naturalmente questa trasformazione  religiosa deve essere avvenuta quando ciò fu possibile, cioè quando l’Imperatore Teodosio il Grande, con l'editto di Tessalonica (380) proclamò il cristianesimo  religione  di Stato.
Michele Piccirillo, a proposito dei  mosaici che si trovano sul pavimento della grotta, ha fatto notare che  sono certamente bizantini, ma sarebbero  stati collocati in loco prelevandoli da altri luoghi. Manca infatti la continuità, cioè non fanno parte di un  unico disegno.
Si può ragionevolmente  concludere che la montagna era  un luogo sacro per la città, dedicata a qualche divinità pagana.
Vi arrivavano due acquedotti che dovevano produrre dei giochi d’acqua che scendevano alle vicine terme che si trovavano in basso a  destra della piccola salita che porta alla grotta.
Con Teodosio il Grande, probabilmente anche questo sito pagano fu trasformato in luogo di culto cristiano. La storia ci dice infatti che dal 388 i luoghi di culto pagano se non venivano distrutti, erano adibiti al culto cristiano “battezzandoli” con altre denominazioni. 
Tutto questo non toglie il valore spirituale e storico del luogo, che ci riporta  al quarto secolo della nostra èra e al successivo periodo bizantino.
Della costruzione primitiva rimangono anche tracce di affreschi sul lato destro dell’altare, affreschi che una volta coprivano probabilmente l’intera parete di fondo. Altri elementi originali della grotta sono il tunnel, che si apre sulla sinistra di chi guarda l’altare, e la piccola vasca a livello del pavimento, sulla destra. II tunnel, probabilmente, serviva per mettersi in salvo sulla montagna in caso di attacco improvviso; la vasca - che molti pensano servisse da fonte battesimale - raccoglieva l’acqua che fino a qualche anno fa colava dalla roccia e che era bevuta devotamente dai visitatori, i quali la portavano anche con sé per i malati. Oggi l’acqua non scorre più perché deviata in seguito a terremoti, non rari ad Antiochia.
Nel 1580 la grotta fu donata dai musulmani agli ortodossi. Essi l’utilizzarono fino a metà del secolo scorso come luogo di culto e cimitero. Nel 1856 il console francese di Aleppo divenne proprietario della grotta e la donò alla Santa Sede, la quale, tramite il Delegato apostolico in Siria, Mgr. Brunoni, ne affidò il servizio ai frati Cappuccini.
L’altare in pietra, che nel 1931 fu eretto in sostituzione di quello costruito in legno nel 1863, è stato restaurato nel 1990, anno in cui fu installata la “sede” - dietro di esso - che vuole ricordare la “Cattedra di S. Pietro in Antiochia”, festeggiata dalla Chiesa universale il 21 febbraio.

 


La facciata, di stile orientale, è in pietra del luogo ed è stata eretta nel 1863, durante i restauri promossi dai Cappuccini e voluti da Pio IX. Offerte per i lavori furono mandate anche da Napoleone III. Anticamente, la facciata era preceduta da un portico (nartece), di cui si vedono alcuni resti sulla sinistra. Il giardino antistante è stato per vari secoli un cimitero cristiano. Tombe sono state trovate anche nell'interno, soprattutto sotto l'altare. In questa grotta, che è ritenuta la prima cattedrale del mondo, si può celebrare tuttora l'Eucaristia. I padri Cappuccini, rappresentanti della Chiesa cattolica e presenti in Antiochia dal 1846, con richiesta al Museo gestore della grotta, lo possono fare in occasione di avvenimenti particolari (Notte di Natale, matrimoni o battesimi) e ogni volta che gruppi di pellegrini ne fanno richiesta.

 

Interno della grotta
Bassorilievo di Caronte
(vicino alla Grotta)

Localizzazione della grotta

 

Possibili origini del culto nella grotta (di p. Domenico Bertogli)

Il 5 ottobre del 2005 con gli archeologi di fama mondiale p. Michele Picirillo e il suo assistente p. Carmelo (scavi del monte Nebo in Giordania) e p. Pasquale Castellana di Aleppo ho visitato la grotta di S. Pietro e la montagna circostante fino alle così dette "Porte di Ferro" (di fianco alla grotta). E' stata l'occasione per ripensare in maniera seria il culto cristiano di questo luogo, che ricorda certamente le origini della chiesa.  

 

Ora i detti archeologi dicono "essere rimasti meravigliati della ricchezza di simboli sulla roccia che fa corona alla Grotta di S. Pietro" E p. Pasquale ha aggiunto: ". non ho alcun dubbio sulla certezza di quanto gli antichi ci hanno lasciato sulla roccia sulle loro credenze. Questi simboli confermano l'iter della storia religiosa. Quanto c'è di buono nei sentimenti delle antiche popolazioni, i nostri padri lo hanno valorizzato adottandolo in ciò che era lontano dall'idolatria. Il luogo era santo? Allora potevano sceglierlo per le loro riunioni religiose.

Le ripeto che non c'è alcun dubbio sull'esistenza dei simboli religiosi. Essi non sono fatti né per caso dalla natura, né arbitrariamente per il semplice gusto di tracciare quei segni. Essi sono espressioni di religiosità. Quindi i primi cristiani li hanno adottati non come espressioni di idolatria, ma come espressioni del sentimento religioso dei loro padri.. Naturalmente questa adozione religiosa deve essere avvenuta quando ciò era possibile, cioè quando la maggioranza della popolazione (nel nostro caso i cristiani di Antiochia) potevano farlo facilmente, e per questo dovettero aspettare che il tempo maturasse le circostanze sociali. Si potrebbe pensare alla fine del IV secolo, quando l'Imperatore Teodosio il Grande confermò gli Editti già proclamati da Costantino, Costanzo e Gioviamo. Prima non credo. Si dovette aspettare che la maggioranza diventasse cristiana perchè il passaggio del luogo da pagano a cristiano non suscitasse torbidi tra la popolazione antiochena, ma fosse pacifico. E questo potremmo averlo solo nel periodo di Teodosio il Grande, cioè dopo il 380. Prima di Teodosio il Grande sarebbe stato difficile per il fatto che le questioni cristologiche derivate dal Concilio di Nicea, non davano tregua ai cristiani, quindi né sicurezza né tranquillità. C'era l'essenza della religione cristiana da salvare, cioè il dogma della divinità della seconda Persona della SS. Trinità. E questa di fatto si ebbe solamente sotto Teodosio il Grande.

La roccia che porta segni evidenti di simbolismo, come nicchie e fori sopra le grotte. Queste nicchie potrebbero piccole o grandi, non importa. E' necessario che non siano fatte da eventi naturali, ma da mano d'uomo. I fori, poi, potrebbero essere sia rotondi, fatti sempre, in maniera sicura, da mano d'uomo e non da eventi naturali, oppure anche quadrati come quelli che abbiamo visto prima della immagine di Caronte. In quanto al significato simbolico è meglio, come dice P. Piccirillo, non pronunziarsi perchè ancora non lo sappiamo. Ci mancano testimonianze letterarie. A noi basta dire in maniera certa:

Primo: che sono tracciati da mano d'uomo. Secondo: che siano fatti non per scopi pratici naturali, ma siano espressioni religiose e questo lo provano gli stessi simboli che sono molto numerosi. Gli stessi simboli si ritrovano nelle grotte venerate dai pagani, in moltissime località della Siria e dell'Italia meridionale: a Cuma e nella provincia di Agrigento, che sono le uniche che abbiamo visitato".

Questo è quanto mi ha scritto p. Pasquale. Poi bisogna aggiungere quanto detto a viva voce da p. Michele Piccirillo riguardo i mosaici che si trovano nel pavimento della grotta: sono certamente bizantini, ma facilmente sono stati lì collocati prelevandoli da un altro luogo: manca infatti la continuità, cioè non sono un unico disegno ma si notano spostamenti che rompono il disegno. Forse al tempo dei crociati oppure molto dopo?

In definitiva si potrebbero tirare queste conclusioni:

•  La montagna doveva essere un luogo sacro per la città, dedicata a qualche divinità pagana. Vi arrivavano due acquedotti che dovevano produrre dei giochi d'acqua che scendevano alle vicine terme che si trovavano in basso.

•  La montagna è piena di nicchie (chiamate in gergo religioso edicole) di diverse dimensioni, certamente opera dell'uomo, che avevano un significato religioso specialmente votivo.

•  La grotta stessa ha tutte le caratteristiche di un luogo sacro con una fonte che sgorgava all'interno (a destra nell'angolo, anche se oggi non scorre più). Se ne hanno tanti esempi. In una cartina dell'antica Antiochia nella zona della grotta di S. Pietro e vicino a Caronte si trovava addirittura l'abitazione dell'ubriacone Dionisio.

•  Noi sappiamo che i primi credenti in Gesù, essendo ebrei, erano abituati a pregare nelle sinagoghe: ora il quartiere ebraico della città si trovava al lato opposto della città vicino alla porta per Dafne (vedere la cartina sopra).

•  Sappiamo pure che i primi cristiani, con la separazione dalla sinagoga, si riunivano nella case private e non in luoghi particolari e lontani dal loro ambiente.

•  Infine nel primo secolo era impossibile che i cristiani, così chiamati per la prima volta ad Antiochia, avessero un luogo specifico isolato dove ritrovarsi sapendo che il cristianesimo era proibito dalla legge, quindi potevano essere scoperti facilmente e arrestati.

•  Luca stesso, essendo un levita come si è precisato nel congresso internazionale del 2000 a Padova (San Luca Ev. testimone della fede che unisce, vol.1 pag.214) doveva abitare nel quartiere ebraico della città, vicino ad una sinagoga, ed è molto inverosimile che avesse una proprietà proprio in una zona sacra della città.

•  Come è successo spesso dopo la libertà ottenuta da Costantino, i cristiani hanno trasformato luoghi di culto pagano in cristiani. La stessa cosa dovrebbe essere successa per questo luogo. Sappiamo che in passato veniva chiamata anche grotta di S. Paolo e questo per dire che ricordava l'inizio dell'evangelizzazione di questa città.

•  Verosimilmente con Teodosio il Grande dopo l'editto "De fide cattolica" dell'8 febbraio del 380 indirizzato a tutti i sudditi, in cui imponeva come norma religiosa il simbolo di Nicea - divenendo così il vero fondatore della Chiesa cattolica di Stato - anche questo luogo di culto pagano fu trasformato in luogo di culto cristiano. La storia ci dice che dal 388 i luoghi di culto pagano se non venivano distrutti, erano adibiti al culto cristiano "battezzandoli" con altre denominazioni. Nel nostro caso questa grotta prenderebbe un nome di un apostolo. Stabilire quando ciò è successo, però, non è tuttavia possibile.!

•  Tutto questo non toglie il valore spirituale e storico del luogo, e ci aiuta a ricordare l'inizio del cristianesimo in questa città: è tra l'altro la sola vestigia nel nostro passato, riconducibile al quarto secolo della nostra era. Non è tuttavia corretto dire che in questo luogo si riunivano i primi cristiani con Paolo, Pietro, Barnaba ecc. Questa è solo una devota nostalgia storica!

•  La stessa scultura del probabile Caronte sui fianchi della montagna ci induce a pensare che il luogo era sacro perché questi avrebbe potuto essere scolpito altrove e con maggior possibilità di essere visto dalla città.

•  Dagli scritti cristiani di Antiochia e in particolare di S.Giovanni Crisostomo, non si fa mai menzione di questo luogo particolare. Credo che anche questo è significativo.

Credo che tutto questo discorso ci aiuti a delineare meglio l'origine cristiana di questa chiesa rupestre che si continua a chiamare la prima cattedrale del mondo in quanto S. Pietro vi avrebbe presieduta l'eucaristia, come si fa oggi. Ma non dimentichiamo che l'allora comunità cristiana era molto differente da quella attuale ed era ancora legata alla sinagoga! Finiamo con una foto storica della grotta: